Mi sono formata alla coordinazione genitoriale secondo il modello c.d. “integrato” ideato da Debra Carter, un modello che include filosofie, prospettive e competenze proprie delle professioni legali, di quelle psico-sociali e della mediazione familiare con l’obiettivo primario di sviluppare e implementare un contesto strutturato di risoluzione delle dispute che possa consentire l’esercizio di una co-genitorialità efficace.
Sono socia fondatrice e tesoriera dell’associazione Co.ge.f.
Che cos’è la coordinazione genitoriale?
La coordinazione genitoriale è un sistema di risoluzione alternativa delle controversie centrato sul minore rivolto a genitori la cui perdurante elevata conflittualità mette in pericolo la salute psico-fisica dei figli che viene utilizzato con successo da circa trent’anni negli Stati Uniti e che trova sempre maggiore diffusione anche in Italia.
Il percorso ha una durata generalmente compresa fra i sei mesi ed i due anni e si articola in una serie di incontri, inizialmente a cadenza settimanale o quindicinale e successivamente più distanziati nel tempo, durante i quali il professionista di area psico-sociale o giuridica, appositamente formato al metodo, supporta i genitori altamente conflittuali a risolvere i problemi gestionali quotidiani che si possono presentare ad una coppia separata con figli minori d’età.
L’intervento del coordinatore è giustificato nei casi in cui il ricorso al giudice sarebbe inopportuno, inutile o dannoso, per le questioni minori (come ad esempio la scelta del dentista, il taglio dei capelli, l’alimentazione, la frequentazione dei nuovi compagni dei genitori, lo sport o altra attività extradidattica da far frequentare al figlio ecc.), laddove le decisioni più importanti relative all’affidamento, al mantenimento e al collocamento della prole sono già state stabilite dal giudice o dalle parti stesse.
Il coordinatore genitoriale può essere nominato dal giudice nelle separazioni o divorzi giudiziali (e nelle controversie fra genitori non sposati) o addirittura essere scelto volontariamente dagli ex partner, consapevoli che il loro conflitto danneggia i figli e che vogliono porvi rimedio.
La particolarità dell’intervento è rappresentata dal fatto che il coordinatore genitoriale è “direttivo”, si esprime se necessario con decisione in ordine a ciò che è bene o male per quel bambino o adolescente e formula raccomandazioni ai genitori; se i genitori stessi o il giudice gliene danno il potere, egli giunge fino a decidere al loro posto. Un’ulteriore particolarità è rappresentata dal fatto che al termine del percorso o in vista delle udienze, su richiesta di uno o entrambi i genitori o del giudice, il coordinatore redige una relazione sul comportamento delle parti. Tale documento può essere presentato al giudice e, proprio per questo motivo, l’esperienza ha dimostrato che è un ottimo stimolo per i genitori ad essere ragionevoli e a tenere comportamenti appropriati.